domenica 15 febbraio 2015

Zigaretten und alkohol

Settimana breve e meno interessante di altre, ma un lavoro è un lavoro e quindi ci proviamo lo stesso. Inizio fuori tema con la foto di un locale simpatico a Lille, di domenica pomeriggio.
Tenterò di spiegare una differenza universitaria tra Germania e Italia con l'unico esempio che conosco, che da quanto mi dicono però è abbastanza rappresentativo. Questo semestre, il mio relatore ha tenuto il corso di Analisi 1, seguito da aspiranti matematici, fisici e insegnanti di scuola (che qui seguono un percorso a parte, anche se basato sulle materie che vogliono insegnare). Non è prevista una suddivisione in canali e quindi si trovava a spiegare a una classe di quasi 300 persone. Per le esercitazioni, invece, gli studenti erano divisi in qualcosa come 19 gruppi diversi (immaginatevi di dover trovare gli spazi adatti a Roma!) seguiti ognuno da un assistente, che non è altro che uno studente della triennale che ha fatto domanda o è stato scelto dal professore. Venerdì c'è stato l'esame, corretto il pomeriggio stesso dal professore con l'aiuto dei mille assistenti. Ah, per chi fallisce un esame, ci sono altri due tentativi in sessioni successive, di cui l'ultimo è un orale: in caso di tripla bocciatura, si viene esclusi a vita dall'università. Ecco il gruppo al completo che si prepara alla sessione con un gioco di carte chiamato Set...





















Come postilla a quanto detto la settimana scorsa, aggiungo che, nel momento in cui il cameriere passa a far saldare il conto persona per persona attorno al tavolo, prima di ricevere il resto bisogna dichiarare a voce quanta mancia si intende lasciare. E non lasciare mancia vuol dire che ci si sta esplicitamente lamentando del servizio ricevuto! (Tutto questo non si applica al locale sopra, che è ancora il Sax e non offre servizio al tavolo).

Giovedì sera sono uscito pensando di andare a una serata in birreria per dottorandi e ricercatori internazionali organizzata dal cosiddetto Welcome Center dell'università, da cui avevo ricevuto l'invito per email. Siccome avevo letto di fretta e so di essere rincoglionito, al corso di tedesco ho chiesto conferma a un rumeno che avevo conosciuto in un incontro precedente, il quale mi ha confortato sulla correttezza del giorno. Entrato nel locale, invece, un cameriere travestito in modo bizzarro mi ha spiegato che la prenotazione era per il giovedì successivo. E che non ero il primo ad aver commesso questo errore.







Questa svista mi ha in ogni caso permesso di fare un giro per il centro la sera del Giovedì Grasso, e appurare che il carnevale è molto più sentito che a Roma.  Nonostante questa non sia una delle regioni tedesche con più tradizione, ragazze e donne di ogni età erano in giro insieme, tuttissime travestite in occasione di una ricorrenza chiamata Weiberfastnacht (da queste parti, Weiberfasching). A quanto pare l'usanza, almeno in Renania, è quella di girare con delle forbici in mano e tagliare la cravatta agli uomini incontrati per strada, simbolo del potere maschile. Mi piace il simbolismo. Oggi invece speravo di trovare un po' di colore carnevalesco in città, ma non c'era niente (mentre a Colonia fanno un carnevale fichissimo!).

Intanto ho traslocato, e adesso abito qui.






































A quanto pare non c'è un custode maniaco dell'ordine come nell'altro condominio, visto che sono tollerate le targhette selvagge.





















Ancora non siamo riusciti a organizzare, ma un inquilino della casa vecchia, tornato a vivere lì da poco dopo un periodo non so dove, spinge per organizzare una serata italiana in cui io cucino la pasta. Pur conscio dei miei limiti culinari, non mi tirerò indietro e il primo pensiero è andato verso un'amatriciana. Il problema è che qui il guanciale sembrerebbe introvabile (ho provato anche a chiedere aiuto a Google, ma pensava volessi comprarmi un cuscino). E se la faccio con la pancetta ho paura che arrivi il sindaco di Amatrice in sella a un montone a caricarmi. Vedremo.

(Invece, al supermercato le sigarette si comprano come fossero caramelle).


Come ultimo atto di convivenza sono andato a buttare le bottiglie di vetro, e ho scoperto che la raccolta viene differenziata addirittura in base al colore. C'è un raccoglitore per il vetro marrone, uno per il vetro verde e un altro per il vetro trasparente. Ma la cosa che più mi ha colpito è stata trovare questo pezzo di italia in mezzo al mucchio. D'altronde, il baffo va di moda.

Niente finale romantico stavolta, e se pensate che questo post sia stato noioso non avete ancora visto niente: la settimana prossima ho in programma di provare a raccontare cosa studio per la tesi. Più o meno.









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