domenica 1 febbraio 2015

J' port' 'o trerraute

Questa settimana è stata all'insegna dello SCHAFKOPF, tradizionale gioco di carte bavarese che odora di briscola, tressette e birra di frumento. La colpa è del mio indigeno relatore, che porta i suoi discepoli a giocare nei peggiori bar di Ratisbona. A seguire, una mano tipica. Come vedete i semi sono: cazzi, foglie, cuori e Bob Marley. E anche se non sembra, la mano è ordinata bene.





















Altro locale ma stessa situazione nella sfocatissima foto seguente, dove si possono notare i nostri vicini di tavolo che giocano a soldi (stesso gioco, ogni tanto mi consigliavano pure), e la mia curiosità di inframezzare le mie due birre con un cocktail tipico composto da weiss, succo di mela e blue curaçao.





















Poi sono tornato a casa intristito dalla sconfitta.





















L'intensa nevicata mi ha permesso di riscattare alcune foto in un paesaggio modificato. Comunque se non sbaglio questo scorcio non l'avevo manco messo, è la vista a sinistra uscendo dal dipartimento di Matematica.





















Il mio peregrinare nel campus per assolvere i doveri burocratici, invece, mi ha portato a imbattermi in situazioni curiose. Nel dipartimento di Filosofia e Teologia, dove insegnava l'attuale papa emerito e mi avevano detto ci fosse una cabina per i selfie-vecchia-generazione (nota: non funzionava), ho trovato questa piccola cappella universitaria con una strana Trinità firmata Piaggio.





















Poco più in là, nella biblioteca centrale, proprio quando sono andato a ritirare la tessera si stava per svolgere una gara Red Bull di lancio aeroplanini. Ho provato a iscrivermi confidando nel mio Sprinter, ma si è spaccata la punta nei lanci di allenamento e mi sono ritirato per la vergogna.

Intanto è finito il cosiddetto semestre invernale, e l'università si appresta a entrare per due mesi e mezzo in uno stato di letargo disturbato solo ogni tanto da qualche sessione di esame. L'unico corso di tedesco offerto sarà uno di livello A2 che inizia a brevissimo, e come disperato tentativo di mettermi alla pari mi sono iscritto per la prossima settimana a delle lezioni di livello zero in una scuola privata. La buona notizia è che mi verranno pagate dall'università, ma penso che in cinque giorni di corso non intensivo (il pomeriggio era tutto pieno) a stento imparerò l'alfabeto.

Progettavo di passare a Roma per qualche giorno a febbraio, in un intricato commercio triangolare con la Francia, ma poi ho scoperto che (tra le altre cose) si trattava dell'unico periodo in cui il mio relatore e altri del gruppo saranno presenti e alla fine ho annullato.

Forse soffrirò un po' di nostalgia, ma mi rincuora il fatto che anche qui posso andare a prendere una birra al Sax.




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