domenica 28 febbraio 2016

Istantanee di cultura crucca

Vivendo lontano da casa si imparano un sacco di cose interessanti sulle abitudini del luogo e sulle proprie, ma alla fine tutti gli stereotipi che uno può immaginare finiscono per risultare veri. A seguire, alcune tra le differenze culturali tra la Germania e l'Italia che ho trovato più eclatanti. Si apprezzano commenti e critiche.

Trovare casa
Trovare un posto dove vivere da queste parti può essere alquanto complicato. A livello di stanze o appartamenti per studenti, il metodo più usato è di gran lunga un unico sito raccoglitore con centinaia di offerte. Ma non basta trovare una casa disponibile che piaccia e abbia un prezzo adeguato, bisogna superare la selezione.
Si è invitati a visitare la casa in riunione plenaria dei possibili futuri coinquilini, e si viene sottoposti a quello che nelle modalità assomiglia tantissimo a un colloquio di lavoro. Quanti anni hai, cosa studi, cosa fai nel tempo libero, eccetera. Una media di una mezzora a colloquio, da moltiplicare per decine di candidati. Ovviamente la pianificazione dell'interview avviene con giorni di anticipo e viene inserita in una griglia con tutti gli aspiranti inquilini. E non è che trovata una persona adatta si annullano le altre visite, per cui ognuno di questi colloqui finisce con il classico "ti faremo sapere". (Non so bene come funziona per chi cerca una casa intera in questo modo, ma da quello che ho sentito la modalità non è del tutto dissimile a parte che a condurre i colloqui saranno i proprietari.)
Insomma, un principio che può avere un senso ma viene applicato in modo davvero troppo rigido. Rimangono estremamente colpiti dal fatto che non sia l'unico modo possibile di procedere. Tutte le volte che ho provato ad ammettere che non ero abituato a questa pratica, mi sono invariabilmente sentito rispondere "perché, da voi come si fa a selezionare la persona?".
Per la cronaca, io per trovare l'ultima stanza ho scritto una cinquantina di email e visitato una decina di case (l'ultima con doppia selezione), e credo di essere in media. Questo è il mio giardino qualche settimana fa.


In Germania si piscia seduti
Questo è un fatto non così noto al di là della frontiera, seppur ben documentato su internet dai non tedeschi residenti in Germania. Da qualche tempo a questa parte, i maschi tedeschi vengono in maggioranza educati sin da piccoli a pisciare in casa da seduti. Lo stesso comportamento viene spesso atteso dai tedeschi per i loro ospiti e coinquilini. La richiesta può essere fatta esplicitamente a voce o tramite segnaletica da bagno come quella venduta in questo sito.
Non ho studiato troppissimo, ma sembrerebbe sia stata una battaglia vinta dai movimenti femministi e una cosa a cui le donne tedesche tengono in maniera partciolare. Esistono e sono ben noti i termini per indicare chi piscia in piedi e chi piscia seduto (Stehpinkler, Sitzpinkler) e ancora c'è chi resiste, ma è una minoranza vista dai più come rozza e viziata. L'idea è che il cesso non è pensato per essere usato in piedi e che pulire gli schizzi evidenti non basta, perché una nube di urina nebulizzata invade l'ambiente generando cattivo odore e impregnando i muri del bagno (questo fatto potrebbe essere accentuato dai cessi mostrastronzi presenti in alcune case). Qui potete osservare come un topic relativo al paragrafo precedente si trasforma in una battaglia su questo tema.
Quando i miei ex coinquilini me lo hanno chiesto, io che ero arrivato da poco sono rimasto spiazzatissimo e l'ho ritenuta una maleducata invasione della privacy. Poi mi sono abituato, e devo dire che non è la peggiore delle abitudini.


Il rapporto con la puntualità
Nonostante nel mondo degli stereotipi abbia un ruolo centralissimo, questo per me è stato uno dei punti più sottili da cogliere. La verità è che i tedeschi non hanno il concetto di "orario di massima" e fanno fatica a capire che ci sono situazioni in cui, seppur viene dato un orario preciso, non è importante rispettarlo al centesimo (qui mi tocca generalizzare e sono sicuro di non rappresentare la totalità delle persone).
Come già accennato, non è una cosa che mi è apparsa subito nella sua interezza, perché nella vita di tutti i giorni ho appuntamenti con i tedeschi solo per mangiare (12.30 precise per andare a mensa, poteva andare peggio) e cene ogni tanto (as soon as 18.30), ma sono l'unico mediterraneo per cui provo a essere puntale e finisce lì. Ok al centro sportivo la gente si presenta dieci minuti prima dell'inizio della propria attività, ok se inviti gente per una festa alle otto arriva davvero alle otto, ma la vera importanza della questione si può capire soltanto in quelle situazioni in cui si pongono degli ostacoli a questo modo di procedere.
Nel mio caso, questo è avvenuto nelle conferenze all'estero, in cui i tedeschi erano in minoranza. Ho visto i miei colleghi provare di totale disarmo di fronte a situazioni da me considerate del tutto normali. Provo a raccontare brevemente l'ultima esperienza a titolo di esempio.
Penultimo giorno di conferenza a Lille con i miei due codottorandi (un ragazzo e una ragazza), c'è la cena sociale alle 19.30 in un ristorante a 20-25 minuti dall'albergo. Torniamo dalle lezioni verso le 18.30 e si fissa un po' con tutti l'appuntamento al pianterreno per mezzora dopo. A lei sembra troppo tardi e me lo fa notare, io alzo le spalle. Alle sette siamo circa in cinque o sei e loro propongono di avviarsi, gli altri per fortuna hanno qualcuno da aspettare anche io dichiaro che mi fa piacere andare tutti insieme. Da lì inizia lo scenario in cui ogni minuto arriva qualcuno ma ognuno ha qualche amico che manca, anche perché in alcune stanze si dovevano fare la doccia entrambi e ci vuole un po'. Loro due sguardo fisso all'orologio, risatine e commenti continui, e frecciatine nei miei confronti del tipo "te l'avevo detto". Sono seriamente scioccati da tutto questo e continueranno a esserlo per tutto il tragitto, molto più di quanto io riesca a spiegare a parole. Comunque alle 19.15 siamo una trentina e partiamo, arriveremo con il terribile ritardo di dieci minuti a una cena che non inizierà prima delle 20.30. (Fine della storia: io entro per ultimo perché mi fermo a comprare delle caramelle per tamponare il mal di gola, con grande interpretazione del concetto di cena sociale li trovo seduti a uno degli unici due tavoli da cinque con il mio compagno di stanza, per cui mi sembra scortese non aggiungermi. Il giorno dopo, abbiamo saltato l'ultimo talk di mezzora per poi arrivare alla stazione con un'ora tonda di anticipo).
"Sono quasi puntuale"

La sociologia stradale
Il diverso comportamento su strada (di tutti i protagonisti in gioco) è per quanto mi riguarda l'esempio più emblematico di questa lista, in quanto perfetta rappresentazione delle più importanti differenze culturali. Inoltre, è una delle cose su cui faccio più fatica ad abituarmi.
Qui i pedoni attraversano solo col verde anche se non c'è nessuno, gli automobilisti sfrecciano come pazzi, le piste ciclabili sono  dei velodromi rettilinei e i pochi motorinisti estivi guidano come ritardati. Basta avvicinarsi da lontano a un attraversamento pedonale affinché i veicoli si fermino e ti lascino passare, anche quando non ci sarebbe pericolo di incrocio. I semafori hanno quasi tutti più di due tempi e regole complicate. Ognuno sta sulla propria corsia e guidando non fa niente di "strano" a parte sgasare a più non posso appena scatta il verde.
E' una sorta di paradiso del codice stradale che io trovo pericolosissimo in quanto nessuno è preparato a situazioni impreviste. Ogni volta che mi capita di dover guidare la mia biciclettina viola fuori dalla pista ciclabile mi caco un po' sotto, e ho subito diverse clacsonate per motivi che non ho mai capito. Una volta ero in un gruppo di tedeschi e uno ha citato le rotonde olandesi a due corsie, in cui ogni volta è del tutto confuso e rimane bloccato perché "non si capisce se bisogna guidare nella corsia interna o in quella esterna". Tutti a dargli ragione e a confermare di come avessero avuto la stessa esperienza traumatica nei Paesi Bassi.
La mia interpretazione è che nel nostro mondo abbiamo dei veicoli guidati da esseri umani, che tengono il finestrino aperto e continuano ad avere un rapporto con l'esterno. In Germania quando un uomo sale sulla macchina o sulla bicicletta diventa un tutt'uno con il proprio veicolo, una sorta di transformer con degli algoritmi da seguire.
Noi cresciamo in un mondo in cui siamo abituati a "interagire" con le macchine e a non esserne del tutto spaventati quando siamo a piedi o su un mezzo a due ruote. Qui invece un rapporto tra i due mondi non esiste ed è come se fosse sempre autostrada. La cosa che fa più ridere è la totale incapacità del tedesco medio di districarsi da pedone nei luoghi con una cultura stradale differente, dando l'idea del selvaggio alle prese con la modernità (probabilmente, nella sua testa è l'esatto contrario). Una speciale menzione ai motorini che guidano a seconda dei casi sulla pista ciclabile a venti all'ora (quando consentito) o su strada facendo la coda nel traffico con le macchine, al centro della corsia.


Miscellanea (in aggiornamento?)
- Non ho a disposizione un analogo campione per l'Italia, ma la stragrande maggioranza dei giovani maschi tedeschi, o almenodi quelli che fanno sport all'università e si fanno la doccia con me, si rasano completamente il pube.
- E' del tutto normale mangiare pane, burro e Nutella.

3 commenti:

  1. Posso dire che pisciare seduti è anche una "prassi" praticata in barca, indipendentemente dalla nazionalità. Risulta più pratico dati i movimenti continui della barca stessa, specie con tempo cattivo.

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