domenica 31 luglio 2016

Ginevra 2.0

Ormai aggiorno sto coso quasi solo quando viaggio per roba relativa al dottorato, e ultimamente ho scelto di pisciare tutte le conferenze possibili, però la settimana scorsa sono dovuto tornare a Ginevra dopo un anno dall'evento di cui avevo parlato qui, per lavorare con un dottorando autoctono su quello che forse prima o poi sarà il mio primo e unico articolo. Non ho avuto molto tempo per andare a zonzo ma metto comunque qualche foto per evitare di far morire questo posto.

Intanto confermo che Ginevra mi sembra una città bruttina (a parte il lago e i fiumi) ma dalla vita simpatica, anche se la cameriera ciociara del sushi-bar mi ha detto che è la noia totale e ne ha davvero piene le palle. I prezzi restano allucinanti ma ho smesso di pensare all'equazione "un franco = circa un euro" e ho speso per il cibo senza pensarci troppo considerandola tipo una moneta aliena scollegata dal circuito monetario internazionale. (Tipo, la stanzetta normalissima e neanche tanto centrale che mi ha pagato l'università costava 160 franchi a notte).

Son finito quasi sempre in posti italiani che però facevano roba italiana per davvero e non italiana per tedeschi come quelli che ci stanno a Ratisbona. Accanto al dipartimento c'era un bar/pasticceria/buffet siciliano che si chiama "I Siciliani" e ha cinque sedi a Roma e una a Ginevra, dove lavorano solo camerieri italiani che non parlano il francese, qualcuno lo conosce? Non era cattivo ma aveva l'aria un po' sospetta perché è grandissimo e ci lavorano tantissime persone e il proprietario continuava distrattamente a cercare di farci pagare molto meno del dovuto (il che in realtà non capisco bene quale vantaggio dovrebbe avere).

Comunque:.

L'apericena in francese ha un nome che suona ancora più fighetto.

"El Piotta" (stesso posto, mah, era quello che mi dava la colazione convenzionata dell'albergo ma già il cappuccino non era un granché).

Questi cestini sembrano una presa per il culo di Magritte.

Chiarissimo, soprattutto per i locali immagino.


La confluenza tra il Rodano e l'Arve è bellissima (qui altre foto più belle della mia).

Il nome nerd della zona caffè del dipartimento.

La distanza dal mondo conosciuto mi ha indotto a iniziare con più serietà di altre volte questo esperimento dal gusto quantomeno discutibile.

Qualche foto del lago in centro.

C'erano molti tram.

Poi sono tornato per partecipare a 24 ore di matrimonio bavarese in un posto sperdutissimo, ma questo forse un altra volta (probabilmente alla fine mai).

sabato 28 maggio 2016

B-sides


La mia stanza, nel caso in cui tutti gli stendini siano occupati.

Maratona.

Danubio.

Selfie di nascosto mentre aspetto persone e fingo di scrutare l'orizzonte.

Fila dal gelataio, che si interrompe e poi riprende per lasciare libero l'ingresso del kebabbaro vegano.

Tre froci su quattro.

Dult.





Festa hippie nel giardino di casa per l'addio di Charlotte <3.





(Una zecca vera e propria si è sentita invitata).

Bar a tema mascheroni.

sabato 12 marzo 2016

Toulouse yourself

Sono seduto sulla riva della Garonna, a Tolosa. Mi godo gli ultimi istanti di sole prima di tornare nella fredda Germania. Ho passato la settimana nei Pirenei francesi, partecipando a una piccola scuola invernale di matematica, una cosa senza nemmeno un sito e che negli anni novanta veniva addirittura organizzata a casa di uno studente.

Le mie prime impressioni di Tolosa sono state quelle di una città sporca, disordinata, proletaria, multiculturale, interessante, bella. Come simbolo della caoticità avrei preso la cattedrale, mai completata e totalmente asimmetrica. Un tipo un po' fricchettone che stava alla conferenza però mi ha detto che per lui è una città molto tranquilla, probabilmente questa successione di sensazioni è dovuta in parte all'aver alloggiato in quello che lui ha chiamato il quartier populaire.
L'ostello in cui ho dormito, la notte prima e la notte dopo la conferenza, è in una zona del centro abitata quasi esclusivamente da nordafricani. Negozi di kebab, alimentari etnici e gruppi di arabi che vendono non solo marijuana ma anche sigarette contrabbando. Tutti uomini, le donne non si vedono. All'ostello la popolazione non era quella di giovani viaggiatori middle class a cui sono abituato, ma bensì di gente tutte le età che stava lì da settimane, in cerca di una casa, di un lavoro, di un'occasione di vita.
Il colore che domina la città è il rosso-arancione dei mattoni, che Wikipedia spaccia per rosa. Oltre alla Garonna, ci passa un canale che la collega con il mar Mediterraneo. I nomi delle vie sono scritti in occitano oltre che in francese, ma l'occitano non l'ho sentito parlare da nessuno. C'è invece una fortissima influenza culturale spagnola e tantissimi abitanti ispanofoni. Mi hanno detto che il clima mite e il ritmo di vita mediterraneo attirano ogni primavera centinaia di senzatetto e punkabbestia dal resto dalla Francia e dell'Europa.

La scuola invernale era in un paesino minuscolo della Catalogna francese, chiamato La Llagonne, 200 chilometri di strada a sud di Tolosa. Stessa latitudine di Montefiascone, ma quasi 1700 metri di sul livello del mare.
Il tema era interessante e abbastanza comprensibile in quanto molto classico (la costruzione di sfere esotiche in dimensione 7). C'era una totale anarchia sulla lunghezza dei talk, per cui abbiamo avuto varie giornate da otto ore piene e qualche pausa mentale me la sono dovuta prendere. Eravamo 22 persone in tutto. Io ho fatto una delle prime lezioni mettendo a pubblico ludibrio il mio francese arrugginito.
L'alloggio era molto rustico: stanze triple, buon cibo montagnardo e vino rosso della casa a ogni pasto. I migliori fuori tema a cui ho partecipato sono stati una passeggiata con le racchette da neve nel pomeriggio libero, per raggiungere un lago artificiale a 2000 metri, e il bagno notturno naturista nelle pozze di acqua termale la penultima sera.
Abbiamo centrato una delle poche settimane di neve, i gestori erano chiaramente abbattuti a causa dell'inverno più caldo degli ultimi tempi.

Tra qualche giorno probabilmente uno spin-off dedicato mio compagno di stanza vietnamita.
Qui sotto qualche foto, si può scorrere con la rotellina o cliccando sulla prima dovrebbe aprirsi uno slideshow.































A 37 anni avrò la barba.