martedì 26 maggio 2015

Del più e del Meno

Se dico che ho passato una notte al settimo piano di un hotel a quattro stelle di Francoforte posso passare per un giovane uomo d'affari, ma la verità è che ho messo a segno un ennesimo treno non partito per problemi tecnici (Trenitalia ormai guarda con invidia) e la Deutsche Bahn mi ha pagato il pernottamento a metà del mio viaggio di ritorno da Lille. Ho provato a fare un giro serale in centro e ho trovato una città completamente morta. Ma questo è il Meno, la cosa estraniante è che nonostante tutto ho sentito più persone parlare italiano in quella mezzora che nei quattro mesi precedenti.





















Sono invece passate tre settimane e mezzo dall'ultimo post, e quindi non so nemmeno bene cosa raccontare. All'epoca mi era sembrato divertente che all'università tagliassero l'erba con questo strumento del demonio.





















A Ratisbona, sull'isola danubina, si è svolto dall'8 al 25 maggio il Maidult, una delle due feste annuali della città. Più che un Oktoberfest in piccolo (ma non ci sono mai stato, quindi vado a sensazione) mi è sembrata una festa di paese italiana in grandissimo, con i pretzel giganti e i litri di Helles al posto della porchetta e del vinello. La differenza è però enorme nell'approccio delle persone, che ci credono tantissimo, e nel fatto che il calcinculo non ha la coda di volpe da acchiappare. Un sacco di gente indossa con orgoglio i vestiti tradizionali, insospettabilmente i giovani più di tutti. C'erano branchi e branchi di adolescenti col taglio di capelli alla moda, i pantaloni corti di cuoio e la camicia a quadretti (o il vestito strizzatette per le ragazze, ma fa un po' meno ridere).  Insomma è una cosa cool e tutt'altro che in decadenza. Io sono passato un paio di volte a curiosarci e poi sabato scorso per davvero, ma ho un po' di difficoltà a fotografare le persone per cui vi beccate un'inutile e sfocata ruota panoramica.





















Da queste parti siamo in pienissima stagione (o forse sta finendo, che ne so) dell'asparago bianco, che viene venduto e pubblicizzato in ogni dove. Mi sembra sia leggermente più delicato di quello tipico italiano ma forse mi sbaglio, devo assaggiare con più cura. Di sicuro ha gli stessi effetti collaterali sulle funzioni urinarie (foto da Google per dare l'idea, qui di sicuro non li importano dall'Eifel che non avevo nemmeno mai sentito nominare).

A proposito, questo fumetto l'ho trovato in un cesso del dipartimento di chimica

Ah, ho anche avuto ospiti per 24 ore, ma il selfie devo rubarlo a loro. Stavamo facendo finta che ci fosse il sole, o almeno così ho capito io.
Per il resto proseguo con la routine di corsi e seminari, ma poco tempo/voglia/abilità per sbrogliare la matassa di nodi che mi è stata assegnata. Sto anche per la prima volta nella mia vita iniziando a pormi un po' di domande sul mio futuro, ma preferisco concludere con un video di coniglietti, che sono nati da poco e imperversano per il campus. 

                      



                           



domenica 3 maggio 2015

Topo topo topo topo scivola

Lo scorso dicembre è morto a 59 anni Tim Cochran, che è stato un teorico dei nodi americano abbastanza conosciuto. A quanto pare, ha dato il nome di slam-dunk a una roba di matematica e già questo rende degno di nota il suo contributo al mondo. Uno dei suoi studenti è stato adottato dal mio relatore, e lo scorso weekend è venuto dal Texas per passare una settimana a Ratisbona. Noialtri se n'è approfittato per uscire un po' più spesso, e ieri una spedizione composta dal mio relatore, l'americano, me e un'altra studentessa si è recata recata nella ridente Norimberga per una visita turistica.





















Nel Castello Imperiale, dalla cui torre è scattata la foto di cui sopra, ho potuto appurare che la moda germanica del sandalo col calzino ha radici storiche ben consolidate.





















Oltre al castello, abbiamo visitato la casa di Albrecht Dürer, massimo esponente del Rinascimento tedesco. Imitando un collega francese, ho potuto lasciare anch'io impresso il mio tratto.





















Una storia interessante che ho sentito è la seguente. Uno dei professori più attivi del dipartimento si chiami Ulrich Bunke detto Uli, ed è un tipo abbastanza strano. E' di aspetto trasandato, pur provenendo quasi dall'analisi si è tuffato in una matematica astrattissima e spiega tutto ciò che riesce con il linguaggio delle categorie (anche nei corsi più introduttivi), ma soprattutto va a tutti i seminari riempiendo lo speaker di domande, talvolta anche in modo impertinente. Questo semestre ci seguo un corso e mezzo e qualche volta viene anche a giocare a pallone col gruppo dei matematici, in realtà è una persona molto amichevole. Ecco, lei è sua zia, e la leggenda vuole che sia stata l'ultima donna Che Guevara (in ogni caso, erano in guerriglia insieme e sono stati assassinati in Bolivia a un mese di distanza).

Barzelletta germanica (ok sto rubando a piene mani dal mio relatore, il prossimo post lo faccio scrivere direttamente a lui). Un professore arriva in ritardo a un talk tenuto in lingua tedesca, e chiede sussurrando al suo vicino: "Di cosa sta parlando?". Questi ci pensa un attimo e risponde: "Non lo so, non ha ancora detto il verbo!"

Nel libro che ho preso in biblioteca qualche mese fa per imparare le basi della mia nuova materia c'è una sezione chiamata "Three theorems of Papakyriakopoulos" (il libro è Knots and Links di Dalen Rolfsen, e per la cronaca l'ho restituito con uno strappo sulla copertina e uno scolorimento da pioggia). Il matematico citato è un topologo greco che, uscito un po' dal nulla, negli anni '50 ha risolto tre importanti problemi aperti sugli spazi tridimensionali. Su Wikipedia ho trovato questo limerick scritto in suo onore da John Milnor, che trovo straordinario,

The perfidious lemma of Dehn
Was every topologist's bane
'Til Christos D. Pap-
akyriakop-
oulos proved it without any strain.

Per il resto, assistere agli scivoloni del Bayern in una birreria locale è stata una bella soddisfazione.